Costruire, costruirsi
A sei anni dicevo che da grande avrei fatto "il meccanico".
Mi piaceva l’idea di poter aggiustare le cose, di fare in modo che iniziassero a funzionare di nuovo.
A tredici decisi: sarei diventata giornalista.
Vi ho fatto solo due esempi, ma potrei continuare per ore ad elencare i lavori che avrei voluto fare: l'interprete, la contadina, la cuoca...
E poi, si sa, chi non ha le idee chiarissime (come me dopo il liceo) e non riesce a credere davvero nei sogni d’infanzia perché preso da nuovi stimoli, nuove prospettive e possibilità ma anche da molte paure, si ritrova a fare tentativi consapevoli ma anche disperati.
Per anni mi sono sentita inadeguata rispetto a chi andava come un treno verso il proprio, unico, obiettivo.
Poi, finalmente, ho capito: sono una "multipotenziale".
Chi, come me, magari si riconosce in questa definizione, saprà già che i molti interessi e predisposizioni che si hanno, vanno accettati TUTTI e magari conciliati. Vi svelo un segreto: non è facile.
Per nove anni ho puntato tutto sul mio lavoro autonomo di animatrice culturale e artistica, che si originava dalla passione per la carta e i materiali naturali, nuovi e quelle vecchi, o per meglio dire, vissuti.
Ma nonostante le soddisfazioni professionali siano arrivate, sul fronte economico è stato un fallimento.
A proposito di meccanica e riparazioni: a volte, siamo noi ad avere bisogno di essere compresi, aggiustati.
Ed io ne avevo tanta necessità. Ho chiuso quel capitolo della mia vita: la mia attività era un pozzo asciutto da cui non si poteva più attingere acqua. Ed ho continuato a crescere i miei figli e a fare in casa ciò che non ho mai smesso di fare, fin da bambina: riordinare, cucinare.
Tutti i fatti della vita sono collegati da un filo e non c’è scelta che non sia spiegabile guardando molto indietro, laddove tutto ha avuto inizio (da un timore, da un attimo creativo, da una mentalità, da una situazione familiare, da una presa di responsabilità, da uno stile educativo…).
E quindi voglio dirvi: quando non sapete cosa fare, fate! Sistemate, ripulite, provate a riparare, scrivete, insomma, usate le manine! Se non avete mai creato, create! Iniziate da progetti e oggetti piccoli ed economici, perché ci vuole esperienza anche per sapere dove mettere o non mettere le mani, per capire cosa conservare e cosa modificare. Avvicinatevi con entusiasmo e umiltà all'oggetto e al lavoro. Leggete, guardate gli esperti e prendete appunti.
Il destino, con in spalla il suo zaino pieno delle vostre storie, farà il suo giro, e vi mostrerà che quello che avrete creato sarà un pezzetto di voi collegato al "Tutto".
Perché tutto è collegato. Molti di noi non sono ancora pronti ad ammetterlo, mentre altri, sul filo che lega gli eventi, stanno già imparando a fare gli equilibristi.
Se non vi sentite portati per gli sport estremi, e non avete ancora capito dove andare a parare, siate semplicemente, dignitosamente, gli artigiani di voi stessi. Costruite, costruitevi.
E, nel farlo, vi auguro di non avere paura, o di averne nella giusta dose, in base alle circostanze
(anch'io ne ho, e anch'io non ho ancora visto chiudersi il cerchio della mia realizzazione personale).
Il mio motto nell'ambito creativo e pratico non è "sbagliando si impara", perché, sbagliare è umano, ma all'idea che succeda a noi, un brivido ci percorre la schiena...
Quindi il mio motto è: "provando s’impara"!
Magari si compiono degli errori o forse si fa giusto da subito. Ma che ci importa? Abbiamo superato il primo gradino! Abbiamo fatto un tentativo!
Cari lettori, vi sto scrivendo dal 2024, un anno dopo avere iniziato a lavorare come cuoca.
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Se vorrete raccontarmi qualcosa di voi, dei vostri progetti di bambini e di adulti, delle vostre abilità, sarò felicissima di leggervi.
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